È uno degli argomenti dominanti, un nodo dove si incrociano molti temi.
Il mondo dell’impresa e del lavoro è strettamente connesso con le strutture logistiche (trasporti, depositi e smistamenti, lavorazioni intermedie, per esempio) e con le strutture dell’informazione e della comunicazione. Ed è in una fase di radicale evoluzione, peraltro non sempre positiva.
Ha una interferenza reciproca e immediata con la cura ed il progetto del territorio e la tutela ambientale.
Ha – o dovrebbe avere – una connessione diretta con il mondo della scuola (e non solo con gli indirizzi tecnico-professionali).
E dovrebbe essere argomento da affrontare con unità di intenti dalla valle intera e non da campanili isolati o, peggio contrapposti.
Il modo di affrontare l’argomento “impresa e lavoro” deve essere fondato sulla conoscenza sempre aggiornata e sulla consapevolezza delle possibilità e limiti dell’Amministrazione locale.
IMPRESA E LAVORO

Crediamo che le azioni dell’Amministrazione possano e debbano essere:
- Instaurare rapporti costanti con le aziende presenti sul territorio. Compito non sempre facile con quelle che hanno il governo in altre città o stati, più agevole con quelle che hanno la testa qui nella zona. Tuttavia l’azione va perseguita, da pari a pari, ciascuno nel proprio ruolo e competenze.
- Promuovere il coordinamento tra i Comuni e con altri Enti influenti sul territorio. Così come lo scambio informativo con le Associazioni.
- Definire, promuovere e realizzare i “fattori insediativi” e cioè le strutture di comunicazione e supporto per richiamare o consolidare la presenza di Aziende. Si tratta di impegni a lungo termine: la strada del Ponte della Volta (contatto diretto tra Ferrania e autostrada), è comparsa la prima volta nel Piano Regolatore di Cairo nel 1978, e realizzata oltre 30 anni dopo; la strada di Moncavaglione (contatto diretto Bragno-autostrada) è stata proposta nel 2002, realizzata 15 anni dopo.
- Entrare, per competenza territoriale, nel progetto ambizioso dei collegamenti della valle con Savona e pianura padana. Sappiamo che le decisioni saranno prese altrove, ma nella formazione dei progetti l’Amministrazione dovrà esserci. Con la mira sugli obiettivi maggiori del sistema misto Savona Vado / S. Giuseppe Bragno e delle direttrici Torino e Milano.
non è possibile attendere soluzioni ottimali con prospettive trentennali.
- Migliorare le condizioni di sicurezza. Per esempio le aziende in Cairo Reindustria sono sotto rischio idraulico: occorrono misure rapide, in attesa di trovare i molti milioni necessari per sfangare il bacino di S. Giuseppe.
- Definire l’assetto del territorio con il criterio impegnativo del riuso di aree, con la conferma che il sistema produttivo della zona è attestato su S. Giuseppe Bragno e su Ferrania (qui in particolare è importante il recupero delle aree dell’insediamento storico: Cairo Reindustria può essere un riferimento utile).
- Avviare senza indugio progetti per il sostegno e la promozione di piccole e medie imprese locali, meglio se radicate nel territorio. Proponiamo un tema su cui merita ragionare. La precedente civiltà agricola si è estinta a metà novecento; il presidio e la cura del territorio che svolgeva non può essere sostituito da intervento pubblico per evidente sproporzione costi/risorse disponibili. È possibile immaginare una cura del territorio boschivo economicamente autonoma? Quali esperienze sono in corso nelle regioni italiane o in altri paesi?
Tutto quanto proposto in questo programma deve essere passato sotto controllo dei reali costi e benefici, a partire dai progetti preliminari; senza dare nulla per scontato. L’uso intelligente delle risorse disponibili non deve ammettere deroghe.